lunedì 4 ottobre 2010

Italiani all'estero -Racconti

Repubblica ha aperto in questi ultimi giorni un interessante spazio in cui tutti gli Italiani che son "scappati" all'estero per realizzarsi nel lavoro o nella fmiglia raccontano le loro esperienze ...





Ve ne copio alcune ma andate a vedere le pagine a :


http://racconta.repubblica.it/italiani-estero/risultatitotali2.php?pag=1




Per capire quanti sono .....



Intervento n 17846
SessoF
Età25/34 anni
Paese di residenzaKuwait
Da quanto tempoDue
Titolo di studioLaurea breve
ImpiegoLavoro
MotivoPer scelta
Iscritto AIRESi
La storia
trasferita a Londra dopo il diploma in lingue nel 96, lavoravo full time e poi di sera studiavo per prendermi la laurea brev.e. sposata con 3 bimbi dal novembre scorso ci siamo trasferiti tutti in Kuwait per iniziare un nuovo capitolo.prima mio marito e ora io lavoriamo,tutto spesato e il gruzzolo accumulato mu paga il mutuo della casa a Londra.. Sogno nel cassetto..comprare terra nel mio nativo Veneto e costruirmi la mia casa ideale... In Italia ci porto i figli d'estate perche' qui siamo sopra i 50 gradi a luglio ed agosto..imparano la mia lingua madre e socializzano coi nonni parenti e amici.. Io e mio marito sognamo di tornare in Italia ma forse solo quando saremo pronti ad andare in pensione!!!! Confermo che lavorare in Inghilterra e' avanti anni luce sull"italia..io in 13 anni di carriera lavorativa a Londra ho sempre avuto contratti a tempo indeterminato..diritti e tutele..per non parlare delle PARI OPPORTUNITA'..consiglio..scappate dall' Italuia prima che vi affondi del tutto...mi spiace per le nuove generazini..lasceremo loro tanta cacca da ripulire..io per ora mi faccio la pensione privata perche' chissa' cosa rimarra' nelle casse del Paese tra 35 anni!!!
Intervento n 17841
SessoM
Età25/34 anni
Paese di residenzaStati Uniti
Da quanto tempoUno
Titolo di studioDiploma 4/5 anni
ImpiegoLavoro
MotivoPer scelta
Iscritto AIRENo
La storia
A volte quando un c'e' dentro non si accorge di quanto una situazione sia orrenda ... Con una laurea e dopo anni di stenti cercando di lavorare (facendo di tutto ovviamente), scopro che bastava andarsene dall'italia per essere apprezzati per quello che si sa fare (e non per i fogli di carta che ti porti appresso, gli amici che hai, o quanto sei bravo a porre la lingua sui culi). Ora son qui, guadagno in un anno quello che in italia avrei guadagnato in una vita, spero di essere tranquillo e in pensione per i 40 (magari in italia? probabilmente no). Ma non e' solo per lavoro e soldi, il problema e' la cultura della prevaricazione, del sotterfugio, della mediocrita', che produce una cattiveria (rabbia?) serpeggiante - e' questo che rende l'italia un paese invivibile. Mi dispiace che la maggior parte delle persono vivano questa realta' triste senza rendersi conto di quanto le cose potrebbero essere diverse. Riguard all'AIRE - perche' mai mi iscriverei? Sono riuscito finalmente a fuggire dall'orribile matassa burocratica che e' l'Italia, non la voglio toccare piu' neanche con un dito, quella poi si prende tutto il braccio! Per votare dite? Ma per favore! E chi?
Intervento n 4532
SessoF
Età35/44 anni
Paese di residenzaStati Uniti
Da quanto tempoUno
Titolo di studioDottorato
ImpiegoLavoro
MotivoPer lavoro
Iscritto AIRESi
La storia
Sono arrivata negli Stati Uniti nel 1995 con una borsa di studio dell'Istituto Superiore della Sanita' per finire il mio dottorato in Medicina Sperimentale al National Institute of Health (NIH), a Bethesda, nel Maryland. La borsa di studio era di un massimo di due anni e la mia permanenza non si sarebbe dovuta estendere piu' a lungo di quel periodo. Due cose mi sono apparse subito lampanti dopo poche settimane di permanenza: primo, che la mia preparazione era molto inferiore a quella di uno studente americano con il mio stesso livello di studio ed esperienza, secondo, che NIH e' il paradiso della ricerca scientifica. Completamente innamorata del mio lavoro, ho dimenticato il mio proposito di tornare in patria e mi sono focalizzata esclusivamente sul mio lavoro. 4 anni dopo, ho conosciuto il ragazzo (non italiano) che e' poi diventato mio marito ed il padre dei miei figli. La mia vita ormai e' qui, il mio lavoro e la mia famiglia, e considerando come vanno le cose in Italia per la ricerca, non ci penso proprio a tornare! Ho trovato negli States un paese accogliente dove l'entusiasmo, le capacita' e il lavoro serio sono le uniche spinte necessarie per avere una carriera soddisfacente.


E tanti altri ....mi pento non poco di esser stata così "bugia nen" !

Madrina

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